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L’IMPERFEZIONE DI VENERE
INTERVENTO GESTALTICO IN CHIRURGIA ESTETICA
uno strumento di screening e di sostegno psicologico
Non esiste un metodo di screening psicologico specifico nell’ambito della chirurgia estetica, né una procedura standard in Italia e all’estero. A tal fine ho costruito una metodologia d’intervento di stampo fenomenologico e sperimentale, che tenga conto sia delle dinamiche psichiche sia di quelle corporee, per discriminare i candidati ideali per un intervento estetico, e che comprenda anche una fase di post – intervento, tramite un’assistenza mirata. Risulta necessario indagare le motivazione e le aspettative, considerare non solo la storia passata in termini anamnestici ma anche in relazione all’attuale e al ciclo vitale. Bisogna considerare il paziente in termini relazionali, dove tale influenza sia connessa al passato ma anche al now for next. Non per ultimo valutare il significato che la zona da modificare ha per il paziente, poiché è portatrice della sua storia, della sua memoria e del suo respiro. Alla scheda anamnestica segue la somministrazione del self – report “Body Perception” di Vezio Ruggeri, un questionario autovalutativo che permette di comprendere il grado di percezione che il paziente ha del proprio corpo. Bisogna offrire uno spazio in cui si possa elaborare il “lutto” e la “perdita” sia del consueto aspetto fisico sia dell’immagine corporea, in vista dell’assimilazione del cambiamento. Sarà opportuno lavorare attraverso delle tecniche poco invasive, che esulino il contatto corporeo tra terapeuta e paziente. Bisogna utilizzare nel dettaglio le tecniche della consapevolezza, della concentrazione corporea, del respiro, dell’acuirsi del corpo e della calma indotta, tratte dal Training Autogeno, dalla Bioenergetica e dalla Psicoterapia della Gestalt, che possano favorire l’assimilazione e la configurazione di una nuova figura emergente, lasciando sullo sfondo l’esperienza corporea passata e il trauma chirurgico. Gli esercizi devono amplificare la percezione del proprio corpo e promuovere la connessione tra le diverse esperienze come il sentire, il pensare e il vedere. Da sola la bellezza non paga, necessita di altro. Anche ammettere di non essere perfetti è liberatorio, perché contempla lo sbaglio e apre il corpo; perché la bellezza è progetto, entusiasmo, esplorazione per qualcosa di nuovo, è darsi sempre delle nuove possibilità. La bellezza è la paura e il coraggio di essere se stessi, nel rischio del contatto, sfidando il nuovo; un viaggio verso l’ignoto in cui si genererà “grazia” nel corpo.
Valeria Segreto – 2013 Specializzazione Roma