Proprio sulle competenze genitoriali ed educative si inserisce l’intervento della Dott.ssa Valeria Conte che parlando di co-genitorialità e coniugalità nella post-modernità, asserisce come la relazione che fa crescere, che educa non è quella tra il singolo genitore e il figlio, ma quella dei genitori tra loro… e con il figlio “I vissuti che intercorrono tra i genitori determinano la qualità della relazione ed il loro individuarsi rispetto ai figli”.
Tale chiave di lettura va oltre l’unità d’osservazione e le formulazioni diadiche (madre-figlio/padre-figlio) ma necessita di una prospettiva triadica. La triade primaria madre-padre-bambino pone la relazione e i vissuti che avvengono tra e nel triangolo, al centro del processo evolutivo, non solo del bambino ma di tutta la genitorialità
Oggi è necessario ripensare al compito educativo, utilizzando chiavi di lettura inedite, come d’altronde è nuovo il mondo che viviamo…per la prima volta ci ritroviamo a condividere luoghi e compiti insieme – concetto di co-centralità.
Valeria Conte, sottolinea la ricchezza di coniugare la diversità, del maschile e del femminile, come risorsa di un nuovo modo di vivere le relazioni paritarie, di comunicare senza necessariamente condividere, di essere incuriositi dal pensiero dell’altro – cogenitore, anche se diverso e lontano dal proprio. Avere una cultura della relazione, passare dall’attenzione ai contenuti all’attenzione ai processi appartiene già da decenni alla psicologia sistemica/relazionale. Per la Gestalt Therapy sappiamo che pensare in termini relazionali significa oltre che includere la circolarità e la consapevolezza dei vissuti che tra di noi accadono, è determinante includere nella propria, la prospettiva dell’altro: Esserci-con.
di Gabriella Gionfriddo, allieva-didatta sede di Ragusa