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“Psicopatologia dell’incontro. Ermeneutica e cura”: il convegno ECM organizzato dall’Istituto di Gestalt Therapy Kairos di Ragusa – svoltosi a Modica il 2 e 3 Maggio scorsi – ha coinvolto professionisti di varia estrazione (psicologi, medici, infermieri e tecnici della riabilitazione psichiatrica) come importante e qualificato momento di confronto e di riflessione sul tema della psicopatologia e sulle diverse modalità cliniche del “prendersi cura”.  
Il prof. M. Rossi Monti (psichiatra e membro ordinario della società psicoanalitica italiana) ha dato avvio al convegno introducendo il tema della psicopatologia del presente ed approfondendo, nella giornata successiva, le caratteristiche cliniche della “disforia” nella patologia borderline. I due contributi del prof. G. Salonia (direttore e responsabile scientifico dell’Istituto di Gestalt Therapy Kairos) hanno, invece, sottolineato la relazionalità come chiave di lettura della psicopatologia e presentato la traduzione gestaltica del linguaggio borderline, il nuovo modello di cura sviluppato nel volume: “La Luna è fatta di formaggio. Terapeuti gestaltisti traducono il linguaggio borderline”. Attraverso la lettura di stralci di verbatim tratti da terapeuti quali Gabbard, Kenberg ed altri è stato possibile confrontarsi su differenti approcci dando vita ad un dibattito vivace e profondo che ha  coinvolto in pieno i partecipanti suscitando interessanti domande e riflessioni.   
Il dott. A. Francomano (psichiatra, presidente della sez. siciliana della società italiana di psichiatria) e la dott.ssa P. Argentino (psichiatra, coordinatore dei master dell’università cattolica in Sicilia) hanno riletto la psicopatologia alla luce della prospettiva psichiatrica tratta dal DSM-5, cogliendone i limiti e le nuove opportunità.  
Infine la dott.ssa V. Conte (direttore e responsabile didattico dell’Istituto di Gestalt Therapy Kairos)   ha preso per mano la platea, accompagnandola lungo i sentieri che conducono alla modalità relazionale narcisistica ed ai suoi vissuti, come si configurano nella post modernità. 
Il pomeriggio di entrambe le giornate è stato dedicato a laboratori di approfondimento teorico e pratico di alcuni specifici disagi psichici e delle relative modalità di intervento terapeutico,  coordinati in modo eccellente da esperti nel campo: isteria (dott.ssa R. Lisi), cura e recovery (dott. G. Garofalo), abuso sessuale (dott.ssa E. Amenta), borderline (dott.ssa G. Gionfriddo), disturbi ossessivo-compulsivi (dott.ssa A. Tolentino), attacchi di panico (dott. G. Orlando). 
Una tavola rotonda di confronto e discussione finale ha chiuso le due giornate di studio, dando a tutti i partecipanti la possibilità di essere coinvolti nelle attività laboratoriali.   
Attraverso i numerosi spunti di riflessione proposti, è emersa con chiarezza la lettura che la Gestalt Therapy dà della psicopatologia: “Il disagio psichico nasce ‘da’ e ‘in’ una relazione disturbata, si manifesta nell’incapacità di creare relazioni sane e si cura ‘con’ e ‘dentro’ una relazione terapeutica” (G. Salonia). 

L’attenzione all’altro sofferente, all’esperienza e alle difficoltà che emergono nel qui e ora della relazione diventa il file rouge del prendersi cura terapeutico che riconosce  i vissuti, il linguaggio, l’intenzionalità relazionale, la dignità di ogni sofferenza esistenziale e relazionale. 

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