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Se un genitore ha un rapporto disturbato col proprio cogenitore, non solo rischia di trasmettere ai figli una percezione negativa del cogenitore, ma spesso crea con i figli alleanze confusive o di contrapposizione. Porto di seguito degli esempi di disfunzione della funzione- Personalità del Sé e di un suo coerente ripristino. In alcuni momenti la coppia può vivere una fase di confluenza così forte o così nevrotica da sentire l’arrivo di un figlio (specie se imprevisto) come una minaccia per la coniugalità. Se questa fase non si evolve, aprendosi alla differenziazione e alla novità, la coppia rimane bloccata. Quando la coppia vive in una confluenza nevrotica, ha paura di differenziarsi e quindi è portata a tacitare le spinte alla differenziazione e alla sana aggressività. Di conseguenza avrà anche difficoltà ad assumere la funzione-Personalità genitoriale, in quanto vivrà il figlio come un rischio per la propria confluenza disfunzionale. Negare la sana differenziazione e la sana aggressività spesso produce sintomi psicosomatici nei figli. Certamente procura loro un’esperienza conosciuta in letteratura con il nome di «orfani affettivi». In questi casi i figli sono sempre posti di fronte ad un ‘noi’ coniugale impermeabile. Nessuno dei due partner riesce a distogliere lo sguardo dall’altro, neppure per prendersi cura dei figli. I figli, da parte loro, sperimentandosi poco interessanti per i genitori e molto soli affettivamente, esasperano sia l’autosostegno (processo di autogenitorializzazione) sia il legame paritario tra fratelli (la tipica solidarietà degli ‘orfani affettivi’). Spesso ci sono situazioni in cui l’aggressività negata (ossia la soluzione troppo precoce dei conflitti) può portare a delle somatizzazioni.

Giovanni Salonia, Danza delle sedie e danza dei pronomi. Terapia gestaltica familiare, ed. Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2017, pagg. 65-66

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