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Mentre nella fobia il terrore di fondo è quello di essere travolti dalle sensazioni, nei pensieri ossessivi e nelle coazioni contenitive quello di tenere sotto controllo le emozioni che spingono all’azione, nelle coazioni espulsive il soggetto ha fatto già una certa esperienza delle emozioni nel suo corpo ma è stato angosciato (sul versante della colpa o del terrore) dalle reazioni corporee delle figure genitoriali, per cui tenta in modo agitato di liberarsi della colpa con gesti che, essendo inefficaci, non lo placano e si ripetono senza fine. Avvertire le emozioni (in particolare quelle legate all’aggressività e alla sessualità) ha provocato reazioni di panico, di tensione o di allontanamento nei corpi delle figure genitoriali, per cui il bambino sente un oscuro terrore come se avesse fatto qualcosa di terribile ‘contro’ i genitori. L’angoscia di fondo è quella di essere abbandonati o puniti perché si è trasgredito un divieto. Perls aveva intuito che il senso di colpa è legato alla paura di uscire dalla confluenza e l’indurre il senso di colpa è un modo per impedire al bambino di differenziarsi. Frasi del tipo: «Sei cattiva!», «Queste cose non si fanno alla mamma», «Non vuoi bene alla mamma se fai questo», «Certe cose neppure si pensano» comunicano al corpo del bambino (già ad iniziare dal tono di voce!) il terrore della punizione e dell’abbandono come reazione ad una colpa di cui lui non è consapevole. Ma la spinta alla propria unicità preme nel corpo del soggetto, per cui egli torna ad aprirsi alle emozioni, a trasgredire, e torna – ancora una volta – a tentare di purificarsi, in un andare e venire che esaspera il suo corpo e quello degli altri.

Giovanni Salonia, L’angoscia dell’agire tra eccitazione e trasgressione. La Gestalt Therapy con gli stili relazionali fobico-ossessivo-compulsivi in G. Salonia, V. Conte, P. Argentino, Devo sapere subito se sono vivo. Saggi di psicopatologia gestaltica, Ed. Il pozzo di Giacobbe, pag. 211



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