La traità primaria – che ho elaborato in dialogo con Kimura – accade ogni volta che qualcuno si prende cura e aiuta il bambino (l’altro) ad arrivare a se stesso. È una tappa evolutiva fisiologica o un percorso di guarigione che sana le sofferenze di chi – per dirla con Kierkegaard – non è più in grado ‘di dare del tu a se stesso’. Ricordo con sempre viva commozione una situazione in cui vennero da noi due genitori che avevano adottato una bambina che aveva all’epoca pochi anni ed era molto attiva: non stava ferma un attimo, saliva e scendeva dalla sedia, provavano a trattenerla o a prenderla in braccio ma lei si svincolava velocissima. La madre era un donnone, un po’ statica nei movimenti, rigida. Le proposi di prendere in braccio la bambina e di raccontarle qualcosa e al marito chiesi di mettersi dietro a lei mentre faceva questo. La bambina si lasciò trattenere sulle ginocchia della madre e questa cominciò a raccontarle di quando l’avevano adottata: «Siamo venuti in istituto, ti abbiamo vista… avevi i capelli… ti ho presa in braccio…». Più lei raccontava più il suo corpo si rilassava, mentre la bambina ascoltava e anche il suo corpo si rilassava. Il padre era un po’ curvo su di loro, a raccogliere quasi i loro corpi in un unico abbraccio. Anche i nostri corpi erano in ascolto. Silenzio… Valeria, che all’epoca era incinta, era particolarmente commossa… Ricordi? È stato toccante. Alla fine, mentre ci salutavamo, la bambina – simpaticissima! – si è rivolta tutta corrucciata verso di me e mi ha rimproverato: «Monello!». Sentii nel mio corpo la tenerezza di una battuta che metteva insieme gratitudine, calore e imbarazzo.
Valeria Conte, Il cuore della cogenitorialità nella Gestalt Therapy. Intervista a Valeria Conte e Giovanni Salonia a cura di Aluette Merenda, in GTK 6, Rivista di Psicoterapia, Maggio 2016, pagg. 56-57