Nella chiave gestaltica, che privilegia il fluire delle emozioni e delle esperienze, alcuni fenomeni tipici delle famiglie confluenti (miti, segreti, tabù, lealtà invisibili) vengono riletti come modalità che mantengono la confluenza nevrotica e impediscono l’emergere delle singole soggettività. Nello specifico, i ‘miti’ esaltano un membro della stirpe, la cui fama aggrega e nobilita le famiglie appartenenti a questa stirpe ma, nello stesso tempo, impone a tutti i membri delle varie famiglie di negare la propria unicità per conformarsi al modello del ‘mito’, come ‘lo zio onorevole’ o ‘la nonna, vedova, che da sola ha cresciuto i cinque figli’, ecc. I ‘segreti’ riguardano eventi scabrosi che hanno disonorato la storia di quelle famiglie e, pur essendo conosciuti da pochi privilegiati, condizionano il clima familiare perché impongono ai figli limiti rigidi di cui non conoscono le ragioni storiche (una madre che sente la vergogna per la storia segreta di una familiare rimasta ragazza madre in un paese moralistico sarà particolarmente rigida con la figlia che, ignara di queste vicende, veste in modo anche leggermente provocante). I tabù sono temi e realtà che in modo ossessivo e rigido devono essere esclusi dalle conversazioni familiari perché percepiti come destrutturanti l’immagine ideale di famiglia (ad esempio la sessualità). Sono spesso legati ad introietti, ovvero a norme ingoiate senza assimilazione. ‘Lealtà invisibili’ vengono chiamati quei legami segreti, spesso asimmetrici, nei quali uno dei figli si lega ad un genitore magari per proteggerlo ma da lontano, senza esplicitarlo, a volte anche assumendo un atteggiamento esterno oppositivo. Il lavoro terapeutico del gestaltista, concentrandosi sul singolo soggetto portatore del sintomo, aiuta nello stesso tempo tutta la famiglia ad acquisire consapevolezza delle modalità nevrotiche in uso per paura dell’individuazione. Certo, un piccolo cambiamento in un gruppo può innescare grandi cambiamenti, ma questo modello, che focalizza un solo aspetto della crescita (l’individuazione del soggetto), si rivelerà alla lunga riduttivo.
Giovanni Salonia, Danza delle sedie e danza dei pronomi. Terapia gestaltica familiare, ed. Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2017, pagg. 38-39