L’istituto di Gestalt Therapy Kairos partecipa in questi giorni al secondo Congresso Internazionale della S.I.P.Ped., la Società Italiana di Psicologia Pediatrica, dal titolo “Tempi di transizione. Supportare le transizioni del bambino e dell’adolescente in condizione pediatrica”, in corso a Palermo.
Dopo il corso tenuto ieri dal nostro direttore Giovanni Salonia, oggi è intervenuta la la Dott.ssa Maria Letizia Giorlando, Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt, su “Prevenzione e cura nei bambini e adolescenti in condizioni pediatriche nella prospettiva della Gestalt Therapy”.
Ecco l’abstract dell’intervento di Maria Letizia Giorlando:
A partire dall’ermeneutica e dall’epistemologia della Gestalt Therapy, il contributo cerca di mettere in evidenza il lavoro dello psicologo pediatrico sull’importanza della sintonizzazione con i vissuti di bambini e adolescenti in condizione di malattia, sostenendoli nel difficile momento che si trovano ad attraversare.
Inoltre viene posta attenzione sullo sfondo-famiglia e sulla collaborazione e integrazione dei vari specialisti coinvolti nel processo di cura. Ciò comporta un continuo processo di elaborazione per conservare l’equilibrio psichico e psicosociale dei bambini e adolescenti e delle loro famiglie.
In tal senso a supporto della cura, della prevenzione e della promozione della salute dei piccoli pazienti, diventa essenziale costruire un rapporto armonico e integrato dei soggetti coinvolti attraverso una visione olistica che favorisca lo scambio di risorse e potenzialità differenti.
La sessione Poster
Nell’ambito del Congresso, il nostro Istituto è presente anche nella Sessione Poster, su esperienze di intervento per il supporto e l’accompagnamento delle transizioni evolutive di bambini e adolescenti in condizione pediatrica.
In particolare le dott.sse Aluette Merenda e Simona Gargano partecipano con un contributo su “Il Coparenting familiare nella psicologia pediatrica: implicazioni educative e cliniche”.
Ecco l’abstract del poster di Aluette Merenda e Simona Gargano:
Background
La presa in carico delle famiglie che affrontano la malattia pediatrica e le sue implicazioni, sia quelle psicoevolutive sia quelle farmacologiche connesse ai trattamenti, rende più che mai visibile la dimensione operativa della psicologia pediatrica, seppur essa fatichi ancora oggi a trovare una collocazione disciplinare integrata. Il progredire delle conoscenze in ambito psicologico-pediatrico ha reso in realtà sempre più evidente il rischio psicopatologico in età pediatrica, legato alla sofferenza psicologica causata da malattie organiche. Tale rischio sembra acuirsi soprattutto nei delicati momenti di transizione evolutiva, che investono sia il minore, sia la famiglia nel suo complesso. Nel caso di famiglie con minori affetti da patologie pediatriche, infatti, il ritmo che scandisce le varie fasi del ciclo di vita familiare è determinato, oltre che dagli eventi critici normativi (nascita dei figli, adolescenza, pensionamento), anche dall’evento atipico e inatteso della malattia del minore.
Metodo: approccio psicoeducativo e ruolo dello psicologo pediatrico
La natura dello sviluppo familiare procede per successivi superamenti di crisi, attraverso un costante processo di alternanza tra momenti di morfostasi e periodi di morfogenesi. Entro tale prospettiva processuale, il coparenting familiare, nelle sue declinazioni che richiamano costrutti quali: alleanza, coordinazione, co- responsabilità educativa, può rappresentare un modello di sostegno mediante il quale entrambi i genitori contrattano e risolvono insieme le difficoltà emotive, connesse alla sofferenza del proprio figlio. La focalizzazione su tale approccio olistico evidenzia altresì l’utilità e l’efficacia del ruolo dello psicologo pediatrico. L’attività di prevenzione e di sostegno psicologico potrà pertanto rivolgersi sia ai bambini, durante il trattamento, tenendo conto dello stadio della patologia di natura organica; sia ai familiari, rispetto alla fase del ciclo di vita attraversata da ogni famiglia.Conclusioni
Il coparenting familiare rappresenta un approccio psicoeducativo, finalizzato al potenziamento della relazione cogenitoriale, che andrà a beneficio del bambino e della famiglia tutta. Tale approccio può configurarsi altresì come un modello clinico mediante il quale gli operatori pediatrici contattano le criticità e gli stalli evolutivi, verso un percorso di contenimento ed elaborazione delle risonanze emotive, evocate dalla situazione critica.