Chi dalla nostalgia è bloccato nel suo aprirsi al presente deve chiedersi cosa sta evitando nel presente. Si tratta di guardare al presente per vedere cosa vorremmo (e potremmo) avere ma non abbiamo l’audacia di fare. Quando la nostalgia blocca il rapporto con il presente, o meglio con il now-for-next, è segno che stiamo perdendo un’occasione nel presente. La nostalgia, in ultima analisi, prende le mosse dal passato ma riguarda il presente. Cosa non riusciamo a fare nel presente? Questa è la domanda a cui ci porta l’ascolto del sentimento della nostalgia. In fondo, la nostalgia è dolore di un ritorno che è sempre e comunque ritorno a se stessi, a quella parte di noi che è il nostro territorio che rimane non abitato, o addirittura inesplorato.
Kairos, è vivere nel now-for-next con integrità e pienezza. Solo se siamo in contatto con noi stessi sappiamo dove andare e solo se abbiamo audacia possiamo andare dove dobbiamo andare per raggiungere la pienezza personale e relazionale. Kairos è il tempo giusto, quello che scorre nella linea del raggiungimento della meta. E la meta è sempre l’incontro: il luogo in cui l’io e il tu si possono incontrare senza negare né se stesso né l’altro. Dentro il ritmo del kairos, tempo vissuto della relazione, non rimane spazio ed energia per la nostalgia, o meglio si comprende che la più profonda e intima nostalgia riguarda sempre il presente: ciò che ci manca si trova davanti a noi, e non alle nostre spalle. Si soffre non perché è impossibile tornare ma perché non abbiamo l’audacia per andare. Si ha nostalgia non di un evento (e cioè di un incontro) passato (pieno o vuoto che sia) ma dell’incontro che è già dentro di noi (nel now-for-next) ma noi non riusciamo a portare a compimento. Forse, allora, non si ha nostalgia delle origini, ma della meta, dell’incontro prossimo…
Giovanni Salonia