Il bambino ha bisogno di una figura genitoriale che lo aiuti, rispettandone i tempi, i desideri, le paure, a decodificare la realtà che sperimenta. Se ascoltato, se sostenuto in modo rispettoso nelle sue differenze e istanze di autonomia, egli impara ad ascoltare se stesso e ad esprimere in maniera fluida e naturale ciò di cui ha bisogno. In un ritmo di parole e suoni che accompagnano le sue esperienze, egli impara a riconoscere e a dare un nome alle sensazioni che il corpo gli manda e a discriminare queste sensazioni da quelle che percepisce nell’altro. Il bambino deve essere riconosciuto e aiutato nella sua capacità di valutazione intima della propria esperienza: «è nel diventare critico dell’esperienza che il bambino si forma una personalità individuale».
Gabriella Gionfriddo