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Dall’esame del Disturbo Narcisistico di personalità prenderà il via il Modulo 1 del nostro Corso di alta formazione in Psicopatologia gestaltica, con crediti ECM.

La connessione tra narcisismo e sibling emerge come uno dei percorsi terapeutici più intriganti.
In questa lettura la ferita narcisistica non emergerebbe dal triangolo genitori-figlio, ma dalla presenza dei fratelli che mette in crisi in modo inequivocabile (e non necessario) la centralità e l’unicità del narcisista.
È la mancanza dell’esperienza della fraternità che determinerà nel narcisista la sensazione di essere in disagio e fuori posto quando non si trova al centro di un gruppo. La cura più efficace del narcisismo sembra quindi – come si vedrà – il ritrovare la pienezza dei rapporti paritari: la fratria. La vita affettiva del narcisista resta segnata da questa confluenza distorta iniziale e ininterrotta, da cui emerge l’angoscia di ogni nuovo contatto, percepito come ulteriore esperienza di soffocamento e di sacrificio all’altro. Il narcisista, nei rapporti affettivi, dopo la fase dello stupore, inizierà a sentire come soffocante ogni richiesta dell’altro e insopportabile ogni rifiuto: tenterà di riproporre uno stile relazionale nel quale non vede l’altro ma deve essere visto e applaudito solo lui. Nelle relazioni di ogni tipo ovviamente non avrà fiducia nell’ambiente (lo percepirà piccolo e incapace di contenerlo), perciò quando avverte il dissenso o non lo esprime (si sottrae alla relazione: ‘va sott’acqua’) o lo esprime con disprezzo e rifiuto dell’altro. Egli non deve aver bisogno di nessuno. Con tali ferite relazionali, la sua vita affettiva sarà luogo di sofferenze per sé e per gli altri, nonostante a volte la vita professionale conosca successi notevoli.

Giovanni Salonia , Pensieri su Gestalt Therapy e vissuti narcisistici, in G. Salonia, V. Conte, P. Argentino, Devo sapere subito se sono vivo. Saggi di psicopatologia gestaltica, Ed. Il pozzo di Giacobbe.

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