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A te Giovanna 
presenza attenta e silenziosa che hai custodito 
insieme a me questa passione
Fedele all’impegno preso a te dedico 
questa parte della vita che abbiamo condiviso
so che arriverà lì dove tu sei
V. Conte

Per abitare il mondo è necessario aver abitato una casa
aver costruito una casa interna 
che aiuti ciascuno di noi a sopportare gli spazi aperti 
e diventare abitatori del mondo…
Per abitare il mondo è necessario aver 
abitato una casa, aver costruito una 
casa interna che aiuti ciascuno di noi a 
sopportare gli spazi aperti e diventare
 abitatori del mondo.
Apprendiamo gli schemi dell’esserci-con-l’altro e con il mondo dalla casa relazionale che abbiamo abitato, dalle esperienze relazionali che il nostro corpo ha avuto e da quelle che sono mancate. 
[…] chi manca dell’esperienza di calore e intimità vissute primariamente nella casa, subisce una grave negazione della possibilità e del senso del suo essere nel mondo, che sarà vissuto in maniera alienata e alienante. 

Questo avviene al paziente grave
vive la sensazione precaria e discontinua di stare sempre su un terreno franante: 
se ci approssimiamo al loro corpo, riconosciamo il vissuto angosciante di questa mancanza.
Il controllo e la rigidità diventano, dunque, atteggiamenti necessari per placare l’angoscia di crollare e frammentarsi.
Il paziente grave non ha avuto un 
corpo-presenza/corpo-relazione rispetto al quale sperimentarsi e da cui individuarsi.
Non ha costruito un confine tra Sé e il mondo, tra Sé e l’altro, 
tra casa/corpo/cosmo.
Il paziente grave non ha costruito dentro di sé 
il senso di integrità/individualità… non sa di esserci
l’esserci del terapeuta 
costruirà quel ground 
di sicurezze di base 
che è mancato nel suo 
andare nel mondo

Attraverso la presenza dell’altro si ricostruisce un percorso interrotto dentro una relazione chiara e contenitiva che dà sicurezza e ground 
ma anche una relazione aperta e flessibile
 al sostegno verso l’autonomia e l’individuazione.
La relazione con l’altro… 
per una cura dell’anima e non solo dei sintomi. 
Un ancoraggio significativo per avere la possibilità 
di stare con più leggerezza nel dramma dell’esistenza.

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