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All’esame dei Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione dedicheremo la prossima lezione del Corso di alta formazione in Psicopatologia gestaltica, con crediti ECM. È possibile partecipare come uditori.

Non è un caso che il nutrimento rappresenti per l’essere vivente il primo evento relazionale: afferma Salonia che “Ogni bambino mangia all’interno di un oceano di sensazioni relazionali che condiscono in modo determinante il cibo che lo nutre. Rimarrà sempre per lui nel nutrirsi, questa sensazione di un condimento affettivo (presente, assente o sgradevole) che appartiene alla dimensione relazionale del cibo”.

In questa direzione, durante la danza relazionale tra madre e bambino si potranno esperire due polarità, la resistenza e la resa, e durante la crescita sarà l’irrigidimento dell’una o l’altra dimensione a determinare l’insorgenza del disturbo alimentare. La resistenza rappresenta la soggettività, la capacità cioè di discriminare con forza e grinta se il cibo lo si sente buono o no; la resa rappresenta l’alterità, la fiducia verso la persona/ambiente da cui si riceve il cibo e permette alla persona di aprire la bocca e introdurre qualcosa dall’esterno. Considerando l’esistenza come un equilibrio tra Resistenza e Resa, nei DA salta la congiunzione “E”.

Trattandosi di disturbi sulla costruzione dell’identità si può ben comprendere come l’età elettiva d’insorgenza sia l’Adolescenza, in quanto avviene il passaggio dall’essere nutriti al nutrirsi autonomamente. Quindi il passaggio dalla dipendenza all’autonomia, una fase delicatissima dello sviluppo che mette in gioco più attori, figli, madri e padri in primis. Quando parliamo di adolescenza infatti dobbiamo tener conto di più variabili, «impresa evolutiva congiunta di genitori e figli…sfida e risorsa dell’intero sistema familiare». Il diventare adulti è un momento cruciale, in quanto esso implica un salto in avanti per lo sviluppo dell’identità ed è anche il momento in cui l’adolescente si confronta con il nuovo compito evolutivo legato al maschile/femminile e con la sessualità, come esperienza corporea del proprio essere donna/uomo.

Stefania Antoci e Rosaria Lisi

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