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In questo quadro, a guardare rapidamente i contesti più rilevanti, ci si rende subito conto che a mancare in Peter Pan è proprio un vissuto integrale e unitivo del tempo in tutte le sue dimensioni. Il tempo ci fa, ci plasma e ci trasforma, ma il suo modellamento dell’esistenza comporta, in un campo dove la relazione può autoregolarsi, un’accettazione totale delle sue pieghe, dei suoi risvolti e della sua incidenza. Vivere il tempo vuol dire essere capaci di assecondarne il ritmo, di coglierne le opportunità, di favorirne serenamente le stagioni. Significa essere sintonizzati sulla linea d’onda del corpo che si evolve e si accresce grazie all’esperienza mutevole che il tempo regola ed esige, in quanto arbitro e signore – e dunque potenzialmente tiranno o liberatore – delle potenzialità ultime del nostro esserci. Ma questo vissuto pieno e avvolgente del tempo e del corpo è la meta e insieme la massima difficoltà della vita per gli umani. Soprattutto in un’epoca come la nostra, soggiogata dal bisogno impossibile di una messa in mora del tempo e della memoria. E Barrie sembra anticipare in Peter Pan la rappresentazione dello stigma contemporaneo, di un tempo che non può più con sapienza regolarsi sulle vicende agricole, sul lavoro contadino, sull’attesa della maturazione, ma è come chiamato a bruciare e a bloccare l’attimo nel suo corso. Anche nel nostro romanzo, infatti, il tempo è il vettore di una crisi. Se Mrs. Darling non vuole che Wendy cresca, vuole cioè che resti così per sempre, appendendo le sorti della figlia a un perpetuo “ora”, l’isola di Peter, la sua Neverland è alla lettera un mondo senza tempo, dove quel che accade è un’esperienza priva di ground, che non si scrive nei corpi ri-cordanti e viene costantemente eliminata, quasi a realizzare parossisticamente il sogno del “now for ever” della madre di Wendy. D’altronde non è un caso che nell’Isola-che-non-c’è ci si muova all’infinito in maniera circolare, a indicare non la ripetizione ma la tensione al punto, alla stasi come forma paradossale del movimento.

Antonio Sichera, Le venti parole di Peter Pan, in Giovanni Salonia (ed.), La vera storia di Peter Pan. Un bacio salva la vita. Cittadella Editrice – 1° Edizione Dicembre 2015, pp. 50-51



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