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Celebriamo, con i due numeri speciali (il 9 e il 10) della nostra rivista annuale, il quarantesimo anniversario del nostro Istituto e i 70 anni dalla nascita della Gestalt Therapy. Nel numero 9, in particolare, abbiamo ripercorso la nostra storia, il nostro legame con i grandi maestri che ha plasmato le origini del modello e le ricerche che ci hanno condotti a evolverne una nostra interpretazione, una nostra via, che oggi ci consente di parlare di modello GTK.

Condividiamo di seguito un estratto dall’articolo del prof. Giovanni Salonia “Dalla Gestalt Therapy alla Gestalt Therapy Kairos. Quarant’anni di vitalità e crescita”.

Consideriamo nostri primi maestri Erving e Miriam Polster. Facevano parte del Gruppo di Cleveland (anche se si erano successivamente trasferiti a San Diego), chiamato Gestalt del Cuore: un gruppo che era stato formato direttamente da alcuni dei sette fondatori della GT.

Avevano elaborato dal testo fondativo un loro modello di GT. In modo differente, allievi e staff ci nutrivamo del loro insegnamento teorico e clinico.

La Terapia della Gestalt che ci trasmettevano Erving e Miriam Polster si articolava sui grandi concetti teorici e clinici di consapevolezza-contatto-esperimento.

Da loro apprendemmo che, contrariamente allo stile abrasivo di Perls e della Gestalt Viscerale, si poteva essere clinicamente efficaci restando eleganti (uno degli insegnamenti più frequenti di Miriam Poster), che la consapevolezza gestaltica è come un fiume carsico che attraversa il nostro Organismo, che l’azione può essere strumento di consapevolezza, sperimentazione di nuove possibilità e celebrazione di integrazioni, che terapia è ripristinare la sinapsi tra sistema sensorio e sistema motorio, che la consapevolezza gestaltica è corporea, che la fenomenologia è stile di vita, che il contatto si manifesta nel diventare vitali e pieni di luce, che la terapia è fare emergere dalle contratture del corpo le potenzialità bloccate del paziente e visibili nell’ovvio della postura, che la terapia è sintonizzarsi con i bisogni del paziente, che ha una valenza terapeutica lasciarsi affascinare dal romanzo che è la vita di ogni paziente, che la positività terapeutica è la lettura rigorosa e puntuale delle spinte alla crescita che fremono nel corpo e nel respiro della persona, che in ogni situazione vibra nel nostro Organismo una freccia come spinta insopprimibile ad andare verso la pienezza per cui la Gestalt rilegge il ‘qui-e-adesso’ delle terapie umanistiche come transizione dal now al next (now-for-next).

[G. Salonia, Dalla Gestalt Therapy alla Gestalt Therapy Kairos. Quarant’anni di vitalità e crescita, Rivista GTK 9, 2023]

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