Il dire non è mai solo un dire ma è anche un rispondere.
Quando due persone si incontrano, ancor prima della prima parola che si diranno si trovano immerse in un mare di parole e sensazioni implicite. Questa traità preesistente come sfondo ad ogni dire (che oggi viene chiamata ‘intersoggettività’ e che i terapeuti della Gestalt sessanta anni fa chiamarono ‘sfondo relazionale’) ci rende consapevoli che ogni ‘dire’ è, in fondo, un rispondere a delle sensazioni, a delle parole ‘sottovoce’ che circolano prima che l’emittente comunichi. In altri termini, la domanda “dire e non dire?” deve essere inserita nello sfondo di una storia relazionale fatta di implicito e di ‘non-detto’. Essa si colloca, con evidenza, all’interno delle regole proprie di ogni contesto relazionale. […] Sono le regole del contesto che determinano la valenza positiva o meno del ‘dire/non dire’.
Giovanni Salonia