All’esame del Modello di terapia familiare gestaltica (TFG) e intervento clinico sulla coppia e sulla famiglia dedicheremo la prossima lezione del Corso di alta formazione in Psicopatologia gestaltica, con crediti ECM. È possibile partecipare come uditori.
Da anni si assiste – nella psicologia evolutiva – ad un progressivo spostamento di interesse
dalla genitorialità intesa come «il funzionamento individuale della madre o del padre con il bambino» alla cogenitorialità intesa come «sostegno reciproco tra i due genitori e il loro coinvolgimento nell’interazione con il bambino».
Le ricerche sullo sviluppo dei bambini hanno confermato che la visione ‘cogenitoriale’, il rapporto tra i genitori in quanto genitori, esercita una grande influenza sulla relazione individuale tra ogni genitore e il proprio figlio. Il legame di ogni genitore con il figlio è intrecciato e condizionato all’interno di un’articolazione triadica. Il disagio del bambino è figura che emerge dal disagio dei genitori. Se l’adulto guarda solo il bambino la sua visione è parziale. È importante guardare al campo relazionale della triade padre/madre/bambino; diversamente, ogni risposta educativa risulta incompleta e spesso inefficace.
Si tratta di un’ermeneutica che apre strade nuove sia a livello educativo che clinico. Di fronte alla difficoltà di un bambino o a disagi nella relazione tra un genitore e un figlio, è necessario collocare il tutto dentro la gestalt più ampia della cogenitorialità.
Dal punto di vista fenomenologico i vissuti di disagio — rigidità, aggressività — così come quelli di armonia — comprensione, serenità — non sono qualcosa che appartiene solo al bambino, ma espressione di ciò che avviene nella relazione a tre al confine di contatto, che è il luogo in cui avviene ogni esperienza esistenziale che è sempre un incontro tra Organismo e Ambiente — tra un Io e un Tu — quello “spazio” dove il Sé si manifesta.
Giovanni Salonia