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Dal noi-contro al noi-inclusivo: Antigone tra due modelli relazionali”.
Non solo i Modelli Relazionali di Base teorizzati da Giovanni Salonia, ma anche la loro rilettura applicata alla vicenda dell’Antigone di Sofocle, già oggetto del libro “La grazia dell’Audacia. Per una lettura gestaltica dell’Antigone” (ed. Il pozzo di Giacobbe, 2012), sono diventati protagonisti di una tesi di laurea in Psicologia all’Università degli studi di Catania.

Il progetto di ricerca della dott.ssa Fiorenza Parisi ha inteso proprio raccogliere e sviluppare la teoria dei Modelli relazionali di base di Salonia – che, prendendo le mosse dal Disagio della civiltà di Freud e dagli studi sul concetto di Personalità di base di A. Kardiner, ha da tempo presentato una rilettura della modalità relazionale di base determinata, appunto, dal contesto socio-culturale – per usarla come innovativa prospettiva sulla vicenda Antigone, dove Creonte rappresenta il Modello relazionale noi e Antigone stessa il Modello relazionale io.

“Oltre ogni argomentazione – spiega Parisi stessa nell’introduzione – la vicenda di Antigone possiede un suo fascino intrinseco. Sembra quasi che tra i tanti oracoli Sofocle ne avesse nascosto uno anche per noi, pronto a catturare ogni suo nuovo lettore. Il mio progetto di tesi vuole essere una rilettura nell’orizzonte psicologico della vicenda di Antigone, come narrata da Sofocle, focalizzando l’attenzione all’interno della transizione tra due tempi significativamente differenti a livello di modelli antropologici: il tempo del pericolo (guerre, fame, epidemie) in cui prevalgono gli interessi dell’Istituzione e vanno nello sfondo le esigenze personali, e il tempo della pace in cui prevale la centralità dell’individuo e della sua autorealizzazione”. Lo studio procede quindi “evidenziando la maniera in cui i diversi modelli relazionali determinano le scelte di Antigone e Creonte prima, e le diverse interpretazioni, riletture e significati che dell’Antigone ci sono stati offerti dopo”. E ancora: “A partire dalla constatazione che il modello relazionale noi tipico del tempo della guerra si pone sempre come un noi-contro e la pace è una ‘pace pragmatica’ (Polany), affronto il tema dell’antagonismo attraverso le figure di Emone e Ismene descrivendo la crescita antropologica che invece si configura come coesistenza e valorizzazione delle differenze attraverso l’ascolto e l’assunzione delle parti di sé proiettate nell’altro, come itinerario che va dal noi-contro al noi inclusivo che si declina nella soggettività come io-contro o io-inclusivo”.

La dott.ssa Fiorenza Parisi ha discusso la sua tesi proprio ieri, relatore il prof. Emanuele G. Coco, laureandosi con 110 e lode: a lei vanno, per questo risultato, i nostri complimenti.

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