Lo sappiamo, ma oggi più che mai dobbiamo riconoscere che il benessere dei figli viene sempre e comunque co-costruito dalla coppia genitoriale: non è possibile essere un buon padre o una buona madre senza l’altro genitore. Se l’adulto guarda solo il bambino ha una visione parziale. È importante guardare al campo relazionale della triade padre/madre/bambino per comprendere gli aspetti educativi e il disagio, diversamente ogni risposta educativa risulta incompleta e spesso inefficace. Sentirsi parte del triangolo primario è una grande risorsa che la cogenitorialità ci regala. Dagli studi di Elisabeth Fivaz–Depeursinge e del gruppo di Losanna con il LTP sappiamo, grazie all’osservazione dei comportamenti interattivi all’interno del triangolo primario, che in età precoce il bambino (B.) è capace di gioco triadico, di giocare cioè con ambedue i cogenitori. Questi aspetti sono stati approfonditi da Salonia nello sviluppo della sua teoria evolutiva in Gestalt Therapy e ci si è chiesti come per la Gestalt è possibile osservare il triangolo primario, fedeli alla matrice fenomenologica relazionale e all’attenzione al corpo e all’esperienza. La GT osserva i vissuti corporeo-relazionali che continuamente si tessono tra i componenti del triangolo primario. Sono state avviate delle ricerche in tal senso, con la videoregistrazione del gioco triadico in fasce di età comprese tra i 18 e i 24 mesi con osservazione dell’esperienza e dei vissuti che avvengono al confine di contatto nell’interazione padre/madre/bambino. Le interviste e il questionario che hanno affiancato la videoripresa hanno dato degli spunti interessanti di conferma su come i vissuti che intercorrono tra P. e M. influenzino ogni singola diade.
Valeria Conte, Il cuore della cogenitorialità nella Gestalt Therapy. Intervista a Valeria Conte e Giovanni Salonia a cura di Aluette Merenda, in GTK 6, Rivista di Psicoterapia, Maggio 2016, pagg. 40-41