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Altro atto terapeutico fondamentale è certo quello di sostenere il rischio dell’eccitazione e dell’espressione del gesto mancato.
Se l’interruzione emerge quando il paziente comincia ad avvertire l’energia, il sostegno specifico riguarda proprio il contenimento che fa sentire il paziente più forte, in modo che questi possa rilassare gli occhi e sentire nel proprio corpo i vissuti che fugge… Spesso l’agitazione e l’interruzione del ciclo di contatto sono legati, come abbiamo visto, all’ansia imprigionata nel gesto mancato, di cui il paziente sente la necessità senza riuscire a riconoscerlo. In un primo momento si tratterà di sostenere il paziente nel rintracciare il gesto (o la parola) che il suo corpo vuole compiere per chiudere una gestalt aperta (vissuto corporeo bloccato); in un secondo momento il terapeuta dovrà dare sostegno alla paura, al senso di ridicolo, alla vergogna che cercano di bloccare l’espressione di tale gesto. Quando il paziente si riprende le proprie emozioni, egli chiude l’unfinished business, ha la sensazione che la stanza sia diventata più luminosa, il suo volto diventa radioso e aperto all’ambiente. In una parola: il paziente finalmente ‘vede’, come se fosse stato tolto il velo che copriva il contatto vivido con il proprio A. Per aiutare il paziente che interrompe il proprio andare verso l’A. proprio nel momento in cui è prossimo al consegnarsi, è necessario dare un sostegno alla sua paura di essere umiliato o di ricevere dall’A. delle richieste impossibili.
Spesso la retroflessione tipica di questa fase blocca i momenti intensi in cui il paziente sarebbe pronto per una grande esperienza di gratitudine e di vicinanza, ma ha paura di sembrare piccolo o teme che il terapeuta stesso sia piccolo. Di fronte alla fobia del legame da parte del paziente («In questa terapia io ho fatto un bel lavoro»), il terapeuta lo aiuta a sperimentare l’a. di riconoscere che «Io e lei (tu) abbiamo fatto un bel lavoro» e a sentire come riconoscere la co-creazione non sia un pericolo. Il ‘grazie’ diventa, in questa fase, segno di un riconoscimento e di un legame, nonché di una prossima fine.
Giovanni Salonia

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