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Nella seconda parte della giornata, il prof. Giovanni Salonia, ripercorrendo le origini della Gestalt Therapy, ha delineato come il suddetto modello ha origine da una geniale intuizione sulla teoria evolutiva: l’insorgere dell’aggressione dentale nella fase orale. Soffermandosi sulla rilettura dell’Edipo e sull’intercoporeità, egli ha così introdotto la relazione che si autoregola: 
“I vissuti del soggetto sono vissuti relazionali essi portano in sé sempre e comunque la tensione verso un contatto positivo e nutriente con l’altro”. 
Lo specifico e la novità della prospettiva gestaltica è quella di guardare ai cambiamenti non solo come propri del corpo del bambino ma come modifica delle modalità corporee e relazionali tra la figura genitoriale e il bambino. Ogni fase si configura come intimamente corporea e relazionale. Sono i cambiamenti che accadono nei corpi ad attivare vissuti nuovi ed esperienze inedite, determinando i passaggi delle fasi del ciclo vitale. Il corpo, modificandosi, propone un nuovo compito evolutivo: la rielaborazione e la ridefinizione dei confini dell’identità e delle modalità relazionali. È interessante collocare il sintomo nell’intreccio prossemico di corpi e di relazioni che si vivono all’interno della famiglia e G. Salonia ha chiamato intercorporeità.
G. Salonia: “perché alcuni “non si fa!” dei genitori diventano introietti e altri no? “È il corpo a dire la relazione!”. Il primo significato che arriva non è il contenuto, ma è ad es. la voce del corpo. Quando a un bambino arriva il messaggio della madre prima del contenuto arriva il tono di voce, lo sguardo, un corpo teso o meno”, e ripensando alle fasi evolutive secondo l’ermeneutica propria della Gestalt Therapy sottolinea: “…il  passaggio da una fase all’altra ACCADE, ma che significa che accade? Accade attraverso un principio di autoregolazione interna. Ma le fasi non sono qualcosa che accadono soltanto al bambino, ma qualcosa che accade e si evolve nella relazione (madre-padre-bambino). Quello che si autoregola è la relazione”. Introducendo, così, una rilettura, secondo una prospettiva corporeo-relazionale, dell’evolutiva in gestalt: “la crescita non è regolata solo dai cambiamenti (intrapsichici) che nei corpi avvengono ma è regolata soprattutto dai cambiamenti che tra i corpi avvengono (intercorporeità). Non possiamo parlare di una bambino che cresce ma di una relazione che cresce. Pensate a una madre che tiene un bambino a 6 mesi e poi a 9 mesi, qualcosa è cambiato!”. Le fasi evolutive in Gestalt non sono del bambino ma dei confini di contatto. Lo sfondo: la corporeità, la figura l’intenzionalità.
di Gabriella Gionfriddo, allieva-didatta seda di Ragusa

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