Andando avanti nel cammino di crescita, la coppia esce dalla iniziale confluenza legata all’innamoramento ed entra in una nuova fase. Le spinte che prima portavano ad andare costantemente verso l’altro, ora si ri-direzionano verso se stessi. I confini iniziano a differenziarsi maggiormente e l’energia di lui e di lei si orienta di più verso il bisogno di acquisire una maggiore autonomia e distanza dall’altro. Uscendo dall’innamoramento arrivano le abitudini e questo porta i due a mettere impegno verso un’autonomia che fa dimenticare l’altro, incidendo notevolmente sulla vita della coppia. Il mondo appare ora diverso perché cambia l’intenzionalità relazionale, in quanto i due incominciamo a differenziarsi. In GT questa fase viene definita come introiettiva. Ciò significa che il contatto tra i partner è fondamentalmente mediato da regole – esplicite ed implicite – che, in qualche modo, settano il rapporto di coppia e danno agli individui la possibilità di crescere nella propria individualità. Iniziando a percepire nell’altro aspetti che prima non venivano colti, si ha la possibilità di fare esperienza del limite e delle mancanze insite per natura nell’altro. Da queste nuove intenzionalità di contatto dei partner, la coppia ha davanti a sé un nuovo sfondo da cui partono le proprie azioni. Rompendosi dunque l’iniziale confluenza, la vergogna ha la possibilità di emergere come figura dallo sfondo del vissuto di coppia, rappresentando un chiaro segnale che qualcosa di nuovo tra i due si sta muovendo. Si delinea quindi come un sentimento che trova il suo spazio in periodi successivi a quello dell’innamoramento proprio perché i partner, uscendo dalla confluenza iniziale, sperimentano la possibilità di vedere l’altro anche nelle parti che prima non vedevano.
Daniele Marini, La vergogna nella coppia: un appello all’intimità, in GTK 4, Rivista di Psicoterapia, Dicembre 2013, pagg. 127-128