Some contents or functionalities here are not available due to your cookie preferences!

This happens because the functionality/content marked as “Facebook Pixel [noscript]” uses cookies that you choosed to keep disabled. In order to view this content or use this functionality, please enable cookies: click here to open your cookie preferences.

All’esame del Disturbo Fobico Ossessivo-Compulsivo dedicheremo la prossima lezione del Corso di alta formazione in Psicopatologia gestaltica, con crediti ECM. È possibile partecipare come uditori.

Il paziente fobico è contemporaneamente attratto e terrorizzato dall’oggetto fobico: le sensazioni che non vuole sentire lo attraggono, in quanto appartengono alla sua identità e sono una sfida alla sua pienezza e alle sue relazioni. 

Obiettivo a lungo termine della terapia con gli stili relazionali fobici è far riappropriare il paziente dell’energia da cui si è terrorizzato, per poter così raggiungere l’Altro. 

Il lavoro terapeutico deve tener conto dei livelli di gravità del disturbo e cioè, se le fobie interferiscono sul senso di integrità oppure sul senso di pienezza. Nel primo caso, come nelle fobie da contagio e diffusive, il sostegno specifico andrà nella direzione da un lato, di far sentire i confini del corpo come invalicabili, “riparando” l’esperienza di essere stati violati da figure genitoriali intrusive; dall’altro il riconoscimento delle emozioni che si temono. 

Presupposti del lavoro terapeutico con i pazienti con pensieri ossessivi:

• i pensieri ossessivi sostituiscono le figure genitoriali e sono un modo in cui il soggetto, in forma esasperata, tenta di prendersi cura di sé

• l’eccesso di controllo da parte dei pazienti cerca di supplire ad una mancanza grave di sostegno genitoriale 

• i pensieri ossessivi esprimono l’indecisione del soggetto, che da una parte sente l’attrazione per alcuni vissuti e dall’altra ne è terrorizzato

In sintesi, una linea di lavoro specifica per lo stile ossessivo riguarda il portare al confine di contatto le emozioni di cui si ha terrore, proprio perché si tratta di interruzioni dell’azione. In questa direzione sono utili esercizi fisici affinché il corpo del paziente possa progressivamente  fidarsi dell’energia e rischiare di esprimerla.

(Giovanni Salonia, Devo sapere subito se sono vivo. Saggi di psicopatologia gestaltica)

Su questo sito Web utilizziamo strumenti di prima o di terzi che memorizzano file di piccole dimensioni (cookie) sul dispositivo. I cookie sono normalmente utilizzati per consentire al sito di funzionare correttamente. I Cookie tecnici, per generare rapporti sull’utilizzo della navigazione cookie statistici e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi / prodotti e i cookie di profilazione. Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore.
Cookies policy
Privacy policy

Some contents or functionalities here are not available due to your cookie preferences!

This happens because the functionality/content marked as “%SERVICE_NAME%” uses cookies that you choosed to keep disabled. In order to view this content or use this functionality, please enable cookies: click here to open your cookie preferences.