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Abbiamo visto come la retroflessione nel ciclo di contatto è l’interruzione del percorso che porta al contatto pieno: tale interruzione accade perchè il soggetto ha la percezione corporea (spesso inconsapevole) che l’ambiente sia troppo piccolo per contenerlo. L’energia già attivata viene retroflessa e cioè indirizzata sul proprio corpo19. Tale percezione (Organismo grande/Ambiente piccolo) poggia chiaramente su un disturbo della funzione-Personalità (non percepire in modo funzionale se stesso, la propria storia nel mondo). Ed è proprio dal disturbo della funzione-Personalità del sè che conviene prendere le mosse per la nostra analisi dei processi diagnostici e clinici. Infatti ogni interruzione nel ciclo del contatto/ ritiro dal contatto rimanda ad una storia di relazioni primarie nelle quali il soggetto ha vissuto ed appreso – a livello verbale e corporeo
– esperienze disturbate della funzione-Personalità. Parafrasando E. Polster, si potrebbe affermare che ogni interruzione merita un romanzo… familiare. Fare emergere dallo sfondo e descrivere le trame familiari dentro le quali si è appresa una modalità di interruzione è un efficace procedimento terapeutico coerente con la matrice fenomenologica della GT. Si parla di romanzo familiare in quanto le trame relazionali coinvolte sono quelle della socializzazione primaria, che rimanda alla storia familiare. È necessario, in questa prospettiva, fare riferimento ad un modello gestaltico di Sé familiare e di stili di contatto interni alla famiglia. Uno degli apprendimenti di base cui dà peso la terapia familiare gestaltica è proprio il funzionamento – all’interno della famiglia – delle tre funzioni del Sé familiare: funzione-Es, funzione-Personalità, funzione-Io.

Giovanni Salonia, Pensieri su Gestalt Therapy e vissuti narcisistici, in G. Salonia, V. Conte, P. Argentino, Devo sapere subito se sono vivo. Saggi di psicopatologia gestaltica, Ed. Il pozzo di Giacobbe, pp. 164-165


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