Sulla base delle considerazioni fin qui esposte, al fine di delineare le metodologie della zoo antropologia clinica, ne esaminiamo alcuni presupposti avendo presente l’obiettivo della zooantropologia, ovvero, il benessere psicofisico dei soggetti che entrano a far parte dell’interazione uomo-animale. Come già anticipato, la zooantropologia clinica si avvale delle attività co-terapeutiche e di supporto offerte dalla medicina veterinaria, dalla psicologia e dalla psichiatria. Gli stadi di intervento prevedono:
1) l’analisi ed il riconoscimento delle percezioni, delle comunicazioni, dei comportamenti, delle attività emotive e delle capacità cognitive degli uomini e degli animali;
2) l’utilizzo di conoscenze specifiche per comparare fisiologia, morfologia e comportamento di uomini e animali ed evidenziarne le tendenze ad instaurare rapporti affettivi, parentali, collaborativi, ludici ed imitativi;
3) l’utilizzo della relazione uomo-animale per ottenerne effetti terapeutici, considerando che i risultati derivanti da queste relazioni non vanno attribuiti singolarmente all’uomo o all’animale ma alle ‘attività di relazione’ che si instaurano fra di loro. Le ‘attività di relazione’ (pet relationships) hanno diverse funzionalità: alcune hanno effetti calmanti, altre stimolanti, altre eccitanti e/o ansiogeni, altre sono capaci
di aumentare l’autostima, altre sono svalutanti, altre apportatrici di competenze, altre favorenti la socializzazione e la cura del sé. In ogni modo, tali attività per apportare reali benefici non possono essere attuate in modo generico o semplicistico, perché non è sufficiente la mera interazione uomo-animale per avere dei risultati positivi. Non di rado possono determinarsi delle condizioni di problematicità che richiedono interventi di operatori di formazione cognitivo- zooantropologica mirati a ristabilire l’equilibrio e l’adeguatezza della relazione, operando su entrambi gli attori.
Aluette Merenda e Giuseppe F. Merenda, Zooantrolopogia clinica: presupposti epistemologici e contesti applicativi, in in Aluette Merenda “Incontri terapeutici a quattro zampe. Gestalt therapy e prospettive di zooantropologia clinica”, ed. Il pozzo di Giacobbe, pagg.23-24