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Foto di Paolo Bacchiocchi

 Il movimento fluido e ricorsivo figura-sfondo, ossia la co-costruzione di una figura che emerge, si staglia e poi si ripone, assimilata, su uno sfondo reso più ricco, è quindi compresso, accelerato. Produce tante figure quante sono le sensazioni, gli eventi, i dettagli attuali. Manca un tessuto connettivo, logico e affettivo, un’articolazione dell’inter-soggettività nel tempo. Anche lo spazio sembra rimpicciolirsi, poiché gli eventi sono tanti, troppi. Davanti a M. sento un senso di affollamento, di soffocamento, come se non riuscissi a intravedere le proprietà essenziali di ciò che sta narrando. Mi colpisce, nell’ascoltarlo, ‘l’ottusità’ dei suoi racconti, come se fossero piatti, privi di spessore, poiché manca l’attribuzione di intenzioni, emozioni, nessi causa-effetto, propri e altrui. Il deficit di mentalizzazione, individuato da vari autori, sembra essere una tonalità affettiva globale che sovrasta e che, allo stesso tempo, colora e indirizza l’intera narrazione. Esso scaturisce sempre o da un fallimento nella differenziazione o dalla sensazione di essere immancabilmente e definitivamente abbandonati. «Mia madre è una bastarda, le dico: – Esco – tranquillo, e lei fa quella faccia da Madonna addolorata, e quella voce da maestrina… mi fa uscire matto… in piazza ritrovo A. che sta tutta sulle sue, mi saluta fredda… che stronza pure lei… tutti sono stronzi…».
Andreana Amato, “«…Come se fossi nata ‘dispara’…» Il modello di Traduzione Gestaltica del Linguaggio Borderline (GTBL). Attestazioni cliniche”, in G. Salonia (ed.), La luna è fatta di formaggio. Terapeuti gestaltisti traducono il linguaggio borderline, Ed. Il pozzo di Giacobbe, pag. 91-92









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