All’esame dell’Isteria – e in generale alla diagnosi differenziale dei disturbi di personalità – dedicheremo la prossima lezione del Corso di alta formazione in Psicopatologia gestaltica, con crediti ECM. È possibile partecipare come uditori.
L’applicazione di una prospettiva fenomenologico-relazionale alla comprensione e alla cura della psicopatologia determina un interesse, più che ai contenuti e ai comportamenti, ai vissuti che sono sempre corporei e relazionali e danno significato all’esperienza del paziente.
Proprio in questa prospettiva, importanti contributi di ricerca sono stati portati avanti da Lisi (e da altri studiosi) nella rilettura gestaltica della psicopatologia nei termini del DSM-5. Infatti, il passaggio dai sintomi del DSM-5 ai vissuti corporeo-relazionali delle diverse esperienze psicopatologiche ci permette di integrare teoria e clinica.
Ci consente uno studio sistematico per la comprensione della patologia e del suo significato, nonché per l’individuazione dei percorsi terapeutici. Comprendere, a partire dalla diagnosi, di cosa abbia bisogno il paziente in riferimento alla sua storia relazionale, permetterà di rifare nel presente della relazione terapeutica le esperienze mancate e/o interrotte del passato.
La lettura fenomenologica dell’esperienza isterica rivaluta l’importanza di questa patologia e ci fa capire come il paziente ‘abbia sempre ragione’, anche quando ciò risulta a prima vista incomprensibile. È compito del terapeuta interrogarsi sempre e comunque in una doverosa apertura intellettuale testimoniata qui con forza e acutezza.
[Valeria Conte in Rosaria Lisi, Isteria e Gestalt Therapy. Quando tutto è pertinente]