Nel MGC la comunità terapeutica è considerata un ‘organismo’ in movimento tra le interazioni al suo interno e quelle con l’ambiente esterno, ‘come un grande Sé’, costituito dall’insieme dei contatti presenti che si sviluppano al suo interno e che si rivolgono all’esterno come confine-di-contatto-in-azione. L’applicazione clinica nella comunità terapeutica del concetto del Sé della GT, quale processo permanente di adattamento creativo dell’uomo al suo ambiente interno ed esterno, che si estrinseca mediante tre specifiche funzioni: Es, Io e Personalità, supera il limite della intersoggettività, in quanto non si riferisce solo ad ogni singolo individuo, ma al contesto comunitario nella sua complessità relazionale. Il considerare l’intera comunità terapeutica come un organismo in un campo ha rivoluzionato la prospettiva terapeutica: l’oggetto di intervento non è più il paziente, ma la comunità nel suo insieme. Ed essendo la comunità essa stessa un sistema dinamico, inserito in un campo di forze ed influenzato dai cambiamenti che si verificano dentro e fuori di essa, è possibile leggerne la ‘funzionalità’ in rapporto al dispiegamento delle funzioni del Sé:
– funzione-Es, nell’accoglienza dei bisogni sia dei suoi componenti, ospiti ed operatori, che del territorio di appartenenza;
– funzione-Io, nella capacità decisionale di scelta, sia relativamente a ciascun membro, sia relativamente al potere contrattuale aziendale;
– funzione-Personalità, nella definizione dei ruoli al suo interno, tra équipe di operatori e gruppo degli ospiti ed, all’esterno, tra la comunità e la politica sanitaria.
Paola Argentino, “Comunità terapeutiche e riabilitazione psichiatrica: il Modello Gestaltico Comunitario” in G. Salonia,V. Conte, P. Argentino, Devo sapere subito se sono vivo. Saggi di psicopatologia gestaltica, Ed. Il pozzo di Giacobbe, pp. 124-125