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Alle Dipendenze affettive e Violenza di genere dedicheremo la prossima lezione del Corso di alta formazione in Psicopatologia gestaltica, con crediti ECM.
È ancora possibile partecipare come uditori.

La dipendenza è una fase dello sviluppo assolutamente fisiologica che pone le basi già nei primi mesi di vita, per una crescita sana e funzionale del bambino. Come sappiamo l’ ambiente familiare è luogo primario per la costituzione del Sé, per la crescita e l’apprendimento delle modalità relazionali sia intime che sociali che apparterranno all’adulto di domani.

A prescindere dall’orientamento terapeutico, tutti coloro che hanno lavorato sulla problematica delle dipendenze affettive sono concordi nel ritenere che le origini di essa siano da rintracciare in relazioni affettive inadeguate e carenti con le figure di riferimento primarie.

Per la Gestalt Therapy, nella fase della confluenza primaria il bambino non ha avuto sostegno adeguato e funzionale ai suoi bisogni da parte di chi si prendeva cura, creando una sensazione di vuoto che resta nel corpo del bambino stesso.
Scrive Perls: “Le persone di questo tipo temono che, se dovesse interrompersi una confluenza particolare, nonostante questo legame emotivo sia stato in realtà privo di contatto e di nutrimento, esse rimarrebbero completamente ed irrimediabilmente affamate”.

Il legame confluente che si stabilisce nel caso di una dipendenza affettiva patologica ha dunque il ruolo di sfamare, di riempire un vuoto che dev’essere colmato a tutti i costi ma che non si potrà placare mai.
Di fatto nella dipendenza affettiva si rimane sospesi in relazioni confuse e ambivalenti – non posso stare con te e non posso stare senza di te – dove domina il ricatto emotivo, la violenza fisica e psichica. A questi momenti segue l’angoscia di perdere l’altro, sentire un vuoto incolmabile, emerge un sentimento di colpa e di impotenza, ma anche la rabbia verso se stessi sentendosi incapaci di fare a meno dell’altro diventato e vissuto come parte di sé.

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