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… «La Gestalt Therapy ritiene che nella fedeltà al proprio esserci e alla propria storia, nel sentire ogni parte del sé e del suo sistema di rapporti dinanzi all’altro che provoca e attacca, nel non sottrarsi alla lotta e al dolore in forza di una dignità che viene dall’esistenza buona, dalla crescita nutriente, dall’aver conosciuto il volto accogliente dell’altro, ci sia un’energia capace di generare pace anche nel lutto e nella fine di ogni speranza immediata di successo. È un capovolgimento impensabile ma possibile. Per realizzarlo, per capirne la portata e dargli carne, bisogna però avventurarsi in un ripensamento del potere.
Perché – secondo Gestalt Therapy – al potere che sfigura e annichila la relazione siamo come chiamati a sostituire, in una fatica quotidiana, il potere “del” contatto e il potere “dal” contatto. È questo in fondo il potere di Antigone, la signoria che la vergine di Tebe oppone al suo signore arrogante.
È dal contatto, dalla storia dei contatti che hanno fatto il suo corpo, che Antigone trae la forza per opporre il proprio diritto e il proprio potere al nomos vendicativo di Creonte. La tragedia di colei che era «nata per amare» svela però allo spettatore la sorte ben più amara di chi vive il potere come arbitrio e insolenza, distruggendo la vita degli altri e disdegnando la legge più forte di ogni altra, quella scritte nell’humus inaccessibile del nostro con-esserci. Chi si pone dinanzi all’altro da conquistatore demolisce il mondo della vita dinanzi a sé e non è soggetto di piacere inesausto bensì di infelicità e smarrimento.
Antigone ci ricorda insomma che il potente secondo il mondo non è l’icona del felix ma l’immagine della vita perduta e infeconda. Ma Antigone altresì ci insegna – e per questo vale la pena leggerla gestalticamente, con la sapienza e l’acutezza di Giovanni Salonia – che solo se costruita dentro la relazione, solo se condivisa e costituita nel contatto l’autorità davvero si impone ed esercita un potere riconosciuto e liberante.
Il potere “del” contatto pone le basi di un’esistenza compiuta. Il potere “dal” contatto getta le fondamenta di una diversa giustizia, ovvero di una convivenza fra diversi.
Il potere “del” contatto si stabilisce nel gioco delle relazioni primarie profonde. Il potere “dal” contatto si instaura nella difficile, feconda naturalezza dei processi intersoggettivi, dove non si comanda in virtù della forza o di un ruolo scontato, ma grazie al riconoscimento e alla disposizione equanime dei partner nel campo organismo-ambiente. È questo il potere pensato in Gestalt way. Un potere che non crei sudditi e regnanti. Un potere che trovi le sue motivazioni e la sua consistenza nell’incontro fra pari. Un potere generato dal contatto e non ad esso contrapposto. Il potere, insomma, che può dar vita ad istituzioni nuove e coraggiose, all’altezza di un tempo che non concede più credito anticipato a dèi, sapienti ed eroi».
Antonio Sichera

Tratto da: G. Salonia, La Grazia dell’AudaciaPrefazioneprossima uscita.

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