Questa dimensione ha la funzione di rendere più interessante e piacevole la comunicazione agli ascoltatori. Essa non riguarda, quindi, i contenuti da comunicare – cioè il modo di strutturarli, il modo di esprimerli, ecc., come abbiamo visto sopra – bensì tende a fare in modo che gli ascoltatori mantengano verso di essi un atteggiamento positivo di piacevole interesse e partecipazione. Le tecniche che permettono di raggiungere un adeguato grado di “stimolazione” nella comunicazione sono svariate. Ne citiamo alcune: portare esempi e paragoni vicini alla vita quotidiana, sottolineare con il linguaggio verbale e non verbale gli aspetti nuovi, rappresentare e animare la dinamica o gli sviluppi di un fenomeno che si vuole comunicare (invece di esporli soltanto a livello astratto), fornire stimoli originali e non privi di un pizzico di umorismo, fare battute, chiamare per nome, dove possibile, gli ascoltatori, ecc. Una comunicazione adeguatamente stimolante riesce a coinvolgere piacevolmente gli ascoltatori alleviando ad essi lo sforzo necessario per mantenersi costantemente concentrati sui temi espressi dall’emittente, e tuttavia non distogliendo la loro attenzione dal contenuto della comunicazione. Una comunicazione eccessivamente “stimolante”, invece, distrae gli ascoltatori dal suo contenuto, indirizzando spesso la loro attenzione sul proprio stato d’animo che può essere estremamente piacevole e allegro. Effetti analoghi ha una comunicazione senza “stimolazione”: gli ascoltatori devono fare uno sforzo considerevole per mantenersi concentrati sui contenuti espressi dall’emittente, il quale confida nel fatto che tali contenuti siano di per sé “stimolanti” e interessanti.
Herbert Franta, Giovanni Salonia, Comunicazione interpersonale. Teoria e pratica, LAS – Roma, 8° ristampa, settembre 2008, p. 100