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 Se vissuta in maniera adeguata, l’età adulta è quella stagione della vita nel corso della quale l’uomo, ormai ben radicato nella sua persona e nel suo carattere, sperimenta il pieno inserimento nella realtà che lo circonda. Ciò gli permette di valutare più attentamente e saggiamente il fluire del tempo, imparando ad apprezzare i valori duraturi e quando rimanda o è affine all’eternità. Ma questa è anche la stagione nella quale fa irruzione quella che Guardini chiama la “crisi del limite”. Proprio a motivo del suo pieno inserimento nella realtà, l’adulto conosce spesso un eccesso di lavoro, di responsabilità, di impegno. Sviluppa la consapevolezza che le sue risorse non sono inesauribili né le sue energie inscalfibili. Si fa così strada il senso del proprio limite. Compare la stanchezza, la voglia di riposare, mentre ogni cosa diventa “troppo” difficile e gli ostacoli appaiono del tutto insormontabili. Tutto perde la freschezza della novità e lo stimolo dell’interesse […]. E’ questo uno dei passaggi più critici e delicati del ciclo vitale. A questa crisi l’adulto reagisce in vari modi. Può chiudersi in un invalicabile pessimismo o sviluppare un superficiale ottimismo. Può rifugiarsi nel lavoro con maggiore ostinatezza e caparbietà di prima o sceglierà la via della trasgressione, assumendo comportamenti prima impensabili, intrecciando relazioni extraconiugali, abbandonando la famiglia. A questa stessa crisi l’adulto potrà reagire attuando “quella riaffermazione della vita che viene dalla serietà e dalla fedeltà e che genera un sentimento nuovo del valore dell’esistenza”. Dalla dura consapevolezza del proprio limite e dalla più cruda disillusione, dunque, nasce un rinnovato interesse per la vita capace di produrre opere che hanno valore e che durano nel tempo.
Giovanni Salonia-Pietro Cavaleri, Cammino dell’uomo e stagioni della vita, inIn charitate pax. Studi in onore del Cardinale Salvatore De Giorgi, a cura di Francesco Armetta e Massimo Naro, Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”, Palermo 1999, pagg. 545-546



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