Il Triangolo primario… Un modello di seduta in coterapia (due terapeuti e un paziente) durante la quale i terapeuti ascoltano in un primo tempo il fluire dei propri vissuti di fronte al paziente (“cosa mi suscita in modo immediato questo paziente e questa situazione triangolare”), escludendo ogni tipo di pensiero terapeutico (“cosa mi vuole dire”, “di cosa ha bisogno”); ciò, in un secondo tempo, porta alla luce il fatto che i vissuti di ogni terapeuta rispetto al paziente risultano intimamente connessi a quelli che prova nei confronti del co-terapeuta e del rapporto di quest’ultimo con il paziente stesso; l’esplicitazione e l’elaborazione di questo intreccio provoca modificazioni significative (terapeutiche) nei vissuti di ogni co-terapeuta verso il paziente (e del paziente nei confronti dei coterapeuti), in quanto ogni difficoltà terapeuta/paziente appare scaturente dalla mancata elaborazione delle relazione terapeuta/terapeuta.
Da qui l’affermazione che la relazione che cura (così come quella che educa) non è solo quella genitore/figlio-terapeuta/paziente, bensì quella genitore/genitore, co-terapeuta/co-terapeuta. A questo punto il trivio, diventato triangolo primario, viene osservato come una gestalt di relazioni che può essere così graficamente rappresentata.
Giovanni Salonia