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Un lupo, affamato, vagava in cerca di cibo. Giunto vicino a una casetta, sentì dentro un bambino che piangeva e una vecchia che diceva: «Smetti di piangere, se no ti getto subito al lupo». Il lupo, credendo che la vecchia dicesse sul serio, restò lì e attese a lungo. Ma quando scese la sera, udì nuovamente la vecchia che coccolava il bambino e gli diceva: «Se viene il lupo, figliuolo, noi l’ammazzeremo». A tali parole, il lupo se ne andò borbottando: «Che casa! Là dentro parlano in un modo e agiscono in un altro». (Esopo)
Il lupo se ne va borbottando e confuso. A questo punto viene da chiedersi: il bambino capirà il gioco o si sentirà anch’egli confuso? I bambini, specie se piccoli, devono fidarsi di ciò che viene loro detto. Le parole dell’Altro costituiscono per loro un suono speciale, si accompagnano al loro pianto, al loro sorriso, ai baci e alle carezze che ricevono; il bambino sperimenta sulla propria pelle il corpo e la parola dell’Altro, il sentire e il dire. Sono gli adulti che mettono corpo e parole all’esperienza che il bambino fa del mondo: è nella risposta della madre che il bambino ha l’occasione di cominciare a costruire una memoria – prima di tutto corporea – delle proprie percezioni, delle proprie scoperte, di sé. I pensieri su se stessi (corpo) e quelli relazionali (tra i corpi) emergono nell’intercorporeità, ovvero dal corpo in interazione con altri corpi. Nell’esperienza-del-Noi, dove la corporeità è vaga e fluida e i confini tra me e l’altro non sono ancora chiari, lo sperimentare da parte del bambino e della madre i vissuti corporeo-relazionali della presenza dell’altro, ossia parole, sguardi, pause che si accompagnano al nutrire e all’essere nutrito, all’accarezzare e all’essere accarezzato, costituisce lo sfondo da cui man mano emergerà il senso dei confini.
Gabriella Gionfriddo, La trama relazionale borderline. Traduzione gestaltica dei criteri diagnostici del DSM -5 (Modello ‘Alternativo’), in G. Salonia (ed.), La luna è fatta di formaggio. Terapeuti gestaltisti traducono il linguaggio borderline, Ed. Il pozzo di Giacobbe, pagg. 57-58



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