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Abbiamo incontrato, oggi, in occasione del convegno “Antigone. La grazia dell’audacia”, organizzato presso la sala convegni del Santuario della Madonna delle Lacrime dall’Istituto Gestalt Therapy hcc Kairòs, il Presidente emerito della Corte costituzionale ed esperto giurista Gustavo Zagrebelsky.
Ospite dell’Istituto Gestalt Therapy hcc Kairos, promotore della Giornata di Studi organizzata nell’ambito dei “Dialoghi internazionali sulle tragedie greche” e focalizzata sulla figura di Antigone e i risvolti psicologici del personaggio sofocleo, Gustavo Zagrebelsky ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Tra Antigone e Creonte”: due facce della stessa medaglia, metafore rispettivamente di ius e lex, diritto e legge. Antigone, per Zagrebelsky, rappresenta una tragedia “fondamentale per la riflessione sui grandi problemi del diritto occidentale”.

A seguire, poi, le tavole rotonde interdisciplinari con Giovanni Salonia, Direttore scientifico dell’Istituto GTK, Valeria Conte, Direttore didattico della scuola di specializzazione per psicoterapeuti GTK, Antonio Sichera, Docente di letteratura presso l’Università di Catania e Paola Argentino, psichiatra-psiconcologa, Condirettore e Docente nei Master istituiti in Sicilia dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con l’Istituto GTK.

Il teatro classico ha la capacità di parlare agli uomini di ogni tempo. Che esso abbia, inoltre, la capacità di incrociare e intrecciare ambiti e discipline diverse tra loro, come la giurisprudenza e la medicina, nella fattispecie la psicologia e la psicoterapia, rappresenta un importante valore aggiunto. I drammi della classicità, con il loro portato di passioni, sentimenti, emozioni, con il loro scandagliare, nel profondo, i comportamenti umani e la tragicità dell’esistenza, con il loro suggerire l’elevazione catartica dell’animo dello spettatore, aiutano a comprendere i meccanismi della società moderna e forniscono nuove chiavi di lettura anche per alcune questioni legate alla modernità.
Il mito di Antigone incontra e abbraccia, dunque, la psicoterapia e la giurisprudenza. Al centro del dibattito del convegno organizzato dall’Istituto GTK, infatti, la complessa figura della giovane e sfortunata figlia del re di Tebe Edipo e i diversi contesti relazionali all’interno dei quali l’eroina sofoclea si muove, per scandagliare il nesso, sintetizzato dalla semplice preposizione “tra”, che unisce e separa la stessa Antigone dal suo antagonista per eccellenza, Creonte, ma anche da Edipo, Ismene ed Emone.

 Un conflitto relazionale che travalica la tradizionale distinzione dei ruoli maschile e femminile all’interno della società e che diviene contrasto tra lex e ius, tra legge dello Stato e diritto familiare, tra hybris (tracotanza, arroganza) autoreferenziale (incarnata da Creonte, secondo Giovanni Salonia) e valori affettivi, la ‘legge del cuore’, che vivono nella giovane e audace Antigone.

Spiega Giovanni Salonia, Direttore di GTK che “Antigone muore per far vivere nella condizione umana la consapevolezza di un legame che si può dimenticare ma non cancellare: l’essere fratelli. I morti sono fratelli perché accolti dalla madre terra. Che gli umani lo ricordino: anche da vivi sono fratelli nella polis e nella casa. Ecco la sfida che Antigone mantiene salda e ripresenta ad ogni Creonte di ieri e di oggi”.
Alla luce di questa conflittualità tra chi difende il diritto di Antigone di seppellire il fratello Polinice, traditore della patria e morto in guerra, e chi, al contrario, impone la ‘ragion di Stato’ negando ogni sepoltura al nemico caduto in battaglia, la comunità di Tebe diviene paradigma di una società in cui occorre ripensare il concetto del vivere insieme. Salonia aggiunge: “la lezione di Antigone sta nel ricordare che la città appartiene anche alla donna come la casa appartiene anche all’uomo. È nel ritrovare nuovi spazi di relazionalità che includano il femminile e il maschile che si può inaugurare un vero nuovo ordine di ‘con-vivenza’. Questo è il tema aperto, il compito assegnato alla condizione umana dopo secoli di scissione tra il femminile e il maschile”.
La domanda, in conclusione, è: quale strada intraprendere per trovare nuovi spazi di convivenza e relazionalità, conciliando affetti e norma legislativa, individuo e Stato,  soggettività e collettività?
Come spiega la dott.ssa Paola Argentino, promotrice dell’incontro in collaborazione con l’Istituto Gestalt Therapy (GTK), le risposte possono venire proprio da un’ampia riflessione sulle tragedie greche, in quanto essa “ci rimanda alla tragicità dell’esistenza nostra e altrui e ci può aiutare a recuperare quella dimensione della cura che Heidegger traduceva soprattutto nella capacità di offrire al dolore l’ascolto e la memoria. Interrogarsi sul tragico, sulla dimensione drammatica dell’esistenza, diventa esperienza  di crescita e interrogazione terapeutica”.


Da un decennio l’Istituto GTK organizza i “Dialoghi internazionali sulle tragedie greche” proprio nel periodo delle Rappresentazioni classiche. “Già nello scorso maggio, dal 23 al 25, è stato analizzato”, spiega la Argentino, “il personaggio mitico di Edipo. Il convegno ‘Edipo dopo Freud’, infatti, è stato un momento di riflessione per comprendere se ancora oggi resista la lettura freudiana della tragedia sofoclea o se, nel nuovo contesto sociale e culturale, non debbano essere integralmente riletti i suoi significati e i suoi fondamentali risvolti a livello educativo e clinico».

Silvia Caruso  (Siracusa online)

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