Una nuova identità simbolica, che contraddistingue una società dell’incertezza, sembra in altri termini richiamare entrambi i neo-genitori a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e dell’altro. In effetti, se da un lato emerga comunque una tendenza, evidenziata dagli studi sulle coppie a doppia carriera, alla sindrome del do both – per la quale sono ancora le donne a mantenere il primato come protagoniste del viver quotidiano tra casa, lavoro e famiglia – dall’altro alla donna superwoman si affianca la figura dei ‘nuovi padri’, coinvolti analogamente nell’accudimento dei figli. L’attuale atteggiamento culturale viene peraltro rinforzato da un elemento chiave che caratterizza la transizione al parenthood degli ultimi decenni: la scelta, così come la non-scelta del generare. Se, infatti, il passaggio dalla coppia coniugale versus quella genitoriale nel passato avveniva il prima possibile e con facilità, oggi la procreazione appare «all’insegna del controllo» e ad essa si affianca altresì la scelta di non voler generare a tutti i costi: alle coppie con sterilità involontaria (coppie childess) si affiancano, infatti, altre unioni ove sussiste invece una decisione volontaria di non avere figli (coppie childfree). Sulla base di tali tendenze trasformative del nuovo vivere insieme, emergono scenari familiari ove contemplare la possibilità di vivere i rapporti a due senza necessariamente condivisione, progettualità o impegno e ove il matrimonio vecchio stile (‘finché morte non ci separi’) tenderebbe ad essere sostituito da un modello del tipo ‘vediamo se funziona’. A tal riguardo, ci si interroga su come coniugare una genitorialità senza coabitazione o ancora una coniugalità con una scelta non generativa. A tali interrogativi il costrutto della cogenitorialità può fornire tentativi di risposta, orientando verso orizzonti teorici e dinamiche familiari in cui poter contemplare una funzione di coparenting.
Daniela Lipari e Aluette merenda, Coparenting nelle nuove figure familiari: orizzonti teorici e percorsi di osservazione in gestalt therapy, in GTK 4, Rivista di Psicoterapia, Dicembre 2013, pagg. 114-116