Nella modalità indipendente o retroflessiva si collocano coloro che preferiscono curarsi da soli pur di non rivolgersi al medico, si tratta di soggetti prevalentemente con disturbo di personalità narcisistico che vivono la richiesta di aiuto come umiliante. È il cosiddetto ‘fenomeno dell’autoprescrizione’, un fenomeno di dimensioni rilevanti ed in aumento nella nostra società narcisistica. Infatti, come evidenziato in uno studio di Siciliani et alii, l’autoprescrizione farmacologica riguardava il 25% di prescrizioni relative alle sostanze psicotrope, valore superiore addirittura a quello delle prescrizioni da parte di psichiatri e neurologi, che risultava intorno al 24%. Manifestano la disfunzione di contatto dell’egotismo quei pazienti che, incapaci di lasciarsi modificare dall’esperienza, interrompono il trattamento farmacologico appena stanno meglio, impedendo così al farmaco di raggiungere il livello di plateau terapeutico necessario per poter passare alla dose di mantenimento e alla successiva sospensione. Costoro ritengono di sapere tutto su di sé e sul farmaco e non si fanno sconvolgere dalla novità. Nella modalità simbiotica o confluente si situano i pazienti che utilizzano il farmaco come sostituto della figura del medico. Assumere la medicina, a volte anche solo guardarla o toccarla, diviene per questi soggetti la possibilità di mantenere un contatto continuo, senza confini, con il loro terapeuta. Lavorare sulla discriminazione percettiva tra farmaco, terapeuta, e vissuti personali, consente la differenziazione, e quindi la possibilità di approdare al contatto sano.
Paola Argentino, La dimensione relazionale della psicofarmacologia: dalla compliance al transfering gestaltico, in G. Salonia, V. Conte, P. Argentino, Devo sapere subito se sono vivo. Saggi di psicopatologia gestaltica, Ed. Il pozzo di Giacobbe, pagg. 243-244